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lunedì 21 aprile 2014

Matera, fucina dell'eco...logia

Se le risorse naturalistiche del Mezzogiorno appaiono spesso tristemente svendute nella complice omertà dell’indifferenza ottusa, dell’ignoranza plaudente e dell’impotenza generalizzata, la più celebre città della Basilicata non ha l’aria di volersi arrendere all’inevitabile o lasciarsi sopraffare impunemente.

Matera, negli anni ’50 simbolo del Meridione povero e vergogna d’Italia, che come il pancione gonfio dei bimbi del Biafra suscitò l’interminabile sproloquio del buonismo massmediatico e la contraddittoria sequela di proclami roboanti e interventismo ad muzzum con cui i poteri forti hanno da sempre liquidato la questione meridionale, Matera, araba fenice cento volte risorta dalle sue ceneri e mille volte dimenticata, Matera vive oggi una nuova primavera, soffusa d’ovattate e sorprendenti forme di rinascita, di fermento giovanile, di attivismo internazionale, d’un vago sapore ribelle e brioso tutto da esplorare.

A Matera la nostra rassegna di storie di ecologia e coraggio si è arricchita di un capitolo memorabile, fitto di personaggi d’eccezione, esperienze significative e amicizie indelebili.
Come siamo arrivati qui è già un romanzo di coincidenze fatali e incontri fulminanti che hanno intricato e dipanato la verde trama del nostro viaggio.

mercoledì 26 marzo 2014

Le buone pratiche alla Fattoria Mardero

Come la pioggia lucidava marmi e sanpietrini per il nostro ingresso trionfale a Roma, ora che ci lasciamo la città alle spalle il sole lustra di luce e tepore il lastricato levigato della sua più antica e più bella strada consolare, la via Appia.

L’eurovelo7 ci regala di nuovo scorci memorabili del nostro bel paese. 

martedì 18 marzo 2014

Come le api salveranno il Campidoglio

Roma è una città che riempie di emozione.  È un mito a cui ci si avvicina con un senso di deferenza e costernazione, ammutolendo davanti allo spettacolo di millenni di storia e di cultura ammassati d’un tratto tutti insieme, come se il tempo fosse qui imploso e inghiottito da una qualche voragine spaziale. Di questo collasso cosmico si avverte la vertigine e il caos; e un fremito nervoso di eccitazione e dissolutezza, quasi un rilassamento totale delle inibizioni e dell’ordine costituito, che i passeggeri imbarcati in questo veliero pavesato sembrano condividere e che li fa sembrare tutti turisti che girovagano per la loro città come stranieri, ammirati, innamorati, disamorati e schifati, distratti e incuranti come solo i turisti sanno essere.
Per questo suo incanto allucinogeno che ammalia tutti gli occhi – dagli ingenui strabiliati dal multiforme ingegno che l’uomo ha manifestato nel corso delle sue epoche alterne di splendore e miseria, ai cultori della bellezza che nelle stesse vestigia di eternità contemplano il riflesso sbiadito e decadente del loro disgusto snobista – la città eterna è un luogo in cui molti, forse tutti, desiderano arrivare a un certo punto del viaggio, vuoi per cambiare aereo e volare verso nazioni più accoglienti, vuoi per lanciare uno scellino nella fontana di Trevi, vuoi per capriccio, per forza o per pellegrinaggio: tutte le strade portano a Roma.

Arrivarci in bicicletta, comunque, fa un certo effetto.

lunedì 3 marzo 2014

La civiltà etrusca, il fiume Fiora e l'idroelettrico

Eppure ci avevano avvertito, sia Giovanni, uno dei custodi dell’oasi di Burano, sia il pastore incontrato lungo la strada: «Con tutta la pioggia dei giorni scorsi, non so la strada in che condizioni sarà…»

Ma cosa non si fa pur di evitare l’Aurelia! Così, salutata la laguna ridente di sole e di vento, ci siamo messi in sella in direzione di Vulci, attraverso la scorciatoia detta “Del Corridore”, che si snoda nella campagna rigogliosa dell’Etruria di prati arati, pascoli verdeggianti e tappeti sconfinati di favino e camomilla.

Il percorso è una goduriosa strada bianca che scorre amena e deserta tra poggi e fossi sfavillanti nell’aria profumata già di maggio, ma nei tratti sterrati il nostro tandem rivela tutti i limiti del modello da corsa: la densa argilla di questa terra grassa e florida si compatta in spesse zolle pesanti e appiccicose sotto le suole, le ruote, i freni, i parafanghi, insomma su tutte le superfici dove riesce ad aggrapparsi, rendendo la marcia praticamente impossibile. Man mano che ci impantaniamo sempre di più, ci risuona nelle orecchie l’ammonimento profetico lanciato dal pastore: «Di sicuro vi sporcate le scarpe». In effetti, ci vuole un’ora di idrante per pulire di nuovo la bicicletta.

giovedì 20 febbraio 2014

Ospiti a Nomadelfia

Nomadelfia è un villaggio comunitario di circa 350 abitanti, barbicato sui poggi verdeggianti che sorgono al confine tra la valle dell’Ombrone e la Maremma grossetana.


Il nome significa, dal greco, “Legge di Fraternità”, e su questo principio, ispirato ai valori della fede cattolica, si basa la convivenza dei nomadelfi, seguaci degli insegnamenti e dell’esempio di don Zeno Saltini, che fondò il primo nucleo della comunità nel 1947, occupando un ex campo di concentramento in provincia di Modena.

martedì 11 febbraio 2014

Godimundi al Bici Senza Frontiere


A chi verrebbe in mente di partecipare ad un raduno di ciclisti urbani proprio a febbraio e proprio nella non proprio mite città di Bologna? Naturalmente a noi, che ci siamo venuti appositamente in tandem da Prato. E come a noi, ad altre centinaia di ciclisti provenienti da tutta Italia, per i quali la bicicletta non significa soltanto viaggi, sport e  tempo libero, ma è anche e soprattutto un mezzo indispensabile nella vita quotidiana, per andare a lavorare, portare i bambini a scuola, fare la spesa. Piazza Maggiore è stata così invasa da un variopinto popolo di ciclo-entusiasti, che hanno per una volta avuto uno spazio tutto per sé per incontrarsi, confrontarsi in una serie di gare a pedali all’insegna del divertimento, e far sentire la loro voce troppo spesso soffocata dal rumore frastornante del traffico cittadino. 





È questo il senso di Bici Senza Frontiere, la manifestazione che si è tenuta a Bologna l’8 febbraio in occasione del secondo anniversario dalla nascita del movimento #Salvaiciclisti, che negli ultimi due anni ha portato alla ribalta, sui media nazionali e nell’agenda di governo, i temi della mobilità ciclistica e della sicurezza stradale.

martedì 21 gennaio 2014

Partiamo da casa: La ciclo-stazione di Recuperiamoci! in via Cironi


È proprio nella nostra città, a Prato, in pieno centro storico.



Si occupa di recupero, non solo in termini di riciclo e scambio, ma soprattutto nel senso di riscatto sociale.

Gestisce una stazione per le biciclette con annessa ciclo-officina.

È immersa nell’urgenza di una campagna di sostegno per poter continuare la sua attività.

È la onlus Recuperiamoci!, il posto ideale da dove inaugurare la nostra rassegna di storie di ecologia e coraggio che segnerà le tappe del nostro viaggio in tandem.