giovedì 24 aprile 2014

Storie di ordinario eroismo

C’è chi si accontenta di immaginare il Sud come una terra sperduta e perduta, bella e aspra, selvaggia e incomprensibile, covo di mafie e di clandestini, patria di Carmine Crocco e d’altri innumerevoli briganti barbari e impuniti, culla di spiriti sanguigni, bizzosi e indolenti.

C’è chi dal Sud è emigrato e ne rievoca la bellezza struggente con colpevole nostalgia, amaro disincanto e impotente indignazione.

C’è chi invece al Sud ha scelto di restare, per godere della dolcezza della sua aria e del cuore aperto dei suoi abitanti, per farsi alleato del suo destino e combattere ogni giorno la sua inestinguibile battaglia.

Alle storie di questi guerrieri, giovani e ardenti, che abbiamo incontrato nelle nostre peregrinazioni in libertandem, dedichiamo questo post. A Gianni e l’allegra combriccola di Pomarico, che nel segno della loro indissolubile amicizia realizzano insieme il sogno di riscattare la propria terra e il proprio futuro; a Deborah, che con la sua solarità travolgente ha intessuto intorno a sé una trama vivace e feconda di fermento musicale e sociale; a Luca, che con eroico coraggio e forza inarrestabile è riuscito a risollevarsi dal baratro e maturare un nuovo e più profondo senso di sé e degli altri; a Mimmo e Giusy, che, sbaragliati tutti i disagi e i pregiudizi, vivono il miracolo quotidiano di costruire con le proprie mani il loro vero, giusto e accogliente angolo di paradiso.

Arriviamo a Pomarico con una rapida e piacevole pedalata da Matera, lungo la statale assolata e ventosa, di sabato completamente deserta. 

All’ultimo bivio prima dell'arrampicata finale verso il paese, due autostoppisti si sgranchiscono preparandosi alla salita. Ci guardiamo incuriositi a vicenda, ci sorridiamo divertiti, ci veniamo incontro allegri e solidali: la strada ci ha già reso complici compagni di viaggio. «Conoscete Gianni?» «Certo, stiamo andando da lui!» Sono Deborah e Luca, confluiti al raduno estemporaneo che Gianni ha inconsapevolmente scatenato a casa sua. Mamma e nonna non fanno una piega all’arrivo inaspettato di 15 invitati a pranzo, e imbandiscono la tavola di un’ininterrotta profusione di prelibatezze che sembra non avere mai fine, ripetendo tra mille premure: «Se ce l’aveste detto prima! Ora vi dovete arrangiare con quello che c’è!»

Gianni, Marco, Carlo, Pietro, Giuseppe, Nunzia, ci accompagnano alla scoperta della loro terra natia, il panoramico e dissestato territorio di Pomarico, borgo pittoresco abbarbicato su un cono di roccia che si va progressivamente sbriciolando nelle valli limitrofe del Bradano e del Basento.







I gioviali compari sono uniti da un profondo senso dell’amicizia e delle radici, che li rende un gruppo partecipe e compatto, unanimemente impegnato nel progetto agricolo che ha intrapreso. Provenienti da formazioni eterogenee – c’è il chimico e il contadino, il biologo e il programmatore informatico, l’ingegnere e il factotum amante della caccia –, lavorano in sinergia condividendo risorse personali e competenze tecniche per la realizzazione di un sogno comune: avviare un’attività di agricoltura biodinamica fiorente nel loro territorio, che raccolga il consenso e la partecipazione dei paesani e delle autorità. 





Ognuno dei ragazzi possiede infatti un appezzamento di terra ereditato dalla famiglia, dove gli avi coltivavano oliveti, vigne, alberi da frutto e ortaggi. Il quasi totale abbandono delle campagne e delle attività agricole di mantenimento ha contribuito all’attuale grave destabilizzamento dei terreni,  già per natura predisposti a frane e smottamenti: il territorio di Pomarico si caratterizza infatti per il suolo argilloso, che dota il panorama degli spettacolari ventagli bianchi e ocra dei calanchi. 
Per il recupero, lo sviluppo e la valorizzazione dei campi di famiglia si rende perciò urgente un intervento di primo soccorso, che consenta una progressiva rigenerazione del suolo, della sua vitalità e della sua produttività. Il gruppo sta quindi procedendo innanzitutto all’arricchimento organico del suolo, da attuarsi seguendo principi e metodologie tramandati dall’agricoltura naturale di Fukuoka e tramite l’ausilio di preparazioni e misture specifiche, ovviamente biologiche e auto-prodotte direttamente in loco. 

Per l’analisi qualitativa dei propri terreni e dei fertilizzanti prodotti, il progetto dei ragazzi ha inoltre ottenuto l’assistenza tecnica di Deafal, un’ONG che promuove in Europa e nel sud del mondo la cultura dell’agroecologia,  altrimenti detta agricoltura organica, incentrata sulla diffusione delle buone pratiche dell’agricoltura biologica e sul rafforzamento umano, sociale ed economico dell’agricoltura familiare.


Il progetto di auto-produzione è già pienamente operativo. Nella penombra del suo laboratorio, ricavato da un’antica abitazione del centro storico, Gianni scoperchia bidoni ribollenti, invitandoci ad osservare odore e colore del contenuto, ci mostra i cumuli di materiali, elencandone proprietà e utilizzi, illustra da seminarista navigato i processi chimici che regolano il ciclo vitale dei suoi migliori alleati, i microorganismi responsabili della fermentazione e del compostaggio.








Il laboratorio produce e sperimenta con successo bio-fertilizzanti come bokashi, super magro ed estratto di microorganismi di collina, mentre è in fase di preparazione un antiparassitario a base di erbe aromatiche.

Scopriamo infatti che il territorio di Pomarico si caratterizza per un’eccezionale varietà di erbe spontanee, edibili e medicinali; non per niente ha dato i natali al grande botanico, scienziato romantico e appassionato erborizzatore Giuseppe Camillo Giordano.

Aldilà del dissesto idro-geologico, l’aria resta comunque superba, quasi che il vento che soffia incessante la tenga tersa, pura, rigenerante. Ovunque ci si affacci ai bordi scoscesi del paese, la vista spazia su vasti orizzonti che ampliano il respiro e che hanno forse reso le menti locali così aperte e accese, limpide e frizzanti come le correnti che spirano dai panorami sconfinati, che pettinano le costole ossute dei calanchi e il filo interminabile dei pensieri, che animano la danza turbinosa delle pale eoliche stagliate sui colli.




Oltre l’orizzonte dei calanchi materani, superata la fossa bradanica, nel cuore della Murgia pugliese sorge Santeramo in Colle, dove abitano Luca e Deborah. 

Per arrivare nel paese ripercorriamo, con qualche variante panoramica, la strada per Matera, dove l’efficiente e gentilissimo Domenico di BiciSport risolve in un batter d’occhio e con spesa minima l’annoso problema del deragliatore e di una ruota bucata che cerchiamo di riparare da Andria. 
La provinciale che ci porta a Santeramo si snoda attraverso le campagne coltivate della depressione premurgiana, dove brulli terreni sassosi si alternano a suoli di creta rossa cosparsi di germogli e piccole macchie scure di boschi superstiti, testimonianza delle estese foreste del passato.


















Nell’ameno scenario rurale del parco nazionale dell’Alta Murgia, tra la trama candida ordita dai richiami cromatici di muretti a secco, trulli e masserie ad asfodeli e orchidee in sboccio, si colloca la fascinosa sede dell’associazione culturale Spazio Arte. Fondata da Deborah – un’anima accesa che sembra traboccare nella sua voce ricca e vibrante – è un dinamico luogo di aggregazione, convivialità e ospitalità, punto di riferimento per la scena musicale, artistica e culturale locale, dove sono esposte opere sorprendenti di amici artisti e si organizzano regolarmente jam session, concerti, corsi e laboratori creativi.
































Assaporato insieme lo spirito goliardico di festa, d’arte e di condivisione del gruppo di amici di Spazio Arte, Luca ci accompagna alla scoperta della propria tradizione familiare contadina.
L’incontro con i nonni ci regala uno spaccato autentico della storia del Sud, un assaggio indimenticabile dell’ospitalità pugliese e un’ubriacatura memorabile. Nonno Giovanni fa il vino da quando era bambino e lavorava nelle masserie per imparare l’arte. È un uomo formidabile, dedito alla terra da una vita, che ispira immediatamente un’aura di forza e serenità. Ci mostra la cantina casalinga, pulitissima e ben curata, e ci elargisce soddisfatto il suo vino eccezionale, corposo, fruttato, d’un rubino intenso, tutto esclusivamente Primitivo, mentre la nonna ci delizia con ricordi dell’emigrazione e prelibatezze locali, come la ricotta forte, il fegato arrostito e l’insalata dell’orto.


Percorsi pochi chilometri di pianura pedemurgiana in direzione della costa, raggiungiamo Sannicandro, dove vivono gli zii di Luca, Mimmo e Giusy.

Venduto l’appartamento e abbandonata la vita cittadina, i due intrepidi idealisti hanno scelto di riavvicinarsi alla natura e dedicare la propria vita alla terra. Hanno perciò letteralmente piantato la tenda in campagna, si sono rimboccati le maniche e nel giro di un anno hanno realizzato il loro piccolo-grande miracolo, ristrutturando i muri a secco che circondano la tenuta, installando pannelli solari per l’elettricità e l’acqua calda e costruendo una piccola casa di legno dove stabilirsi definitivamente. L’attività agricola che portano avanti è fiorente e differenziata: oltre all’orto, alberi da frutto e olivi (da cui si ricava un delizioso olio, saporito e aromatico), sono presenti galline, capre, oche e una vivace famigliola di cani. Mimmo e Giusy sognano di ampliare il loro progetto all’accoglienza di volontari con i loro stessi ideali, con cui poter condividere un pezzo di terra e di strada. Lavorano perciò all’auto-costruzione di casette semoventi di legno adatte a ospitare una piccola comunità. 


A questa coppia coraggiosa, dotata di un profondo senso dell’amicizia, di un sincero spirito d’ospitalità e di una gioiosa voglia di comunità, auguriamo con tutto il cuore di realizzare i propri sogni.


3 commenti:

  1. Ho LeTTo CoN eNTuSiaSMo e CuRioSiTà "SToRie Di oRDiNaRio eRoiSMo" è STaTo CoMe eSSeRCi... GRaZie!
    eNZo CoRReNTi

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  2. Non scegliere a caso... se cerchi bene c è il prodotto giusto per te. Prova il vino primitivo. Vai su http://www.vitalbios.com/A/MTQ2NjA5NjM5OCwwMTAwMDAxMixrcmFzaS1yb3Nzby1pLWctdC1zYWxlbnRvLmh0bWwsMjAxNjA3MTQsb2s=

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