Stamattina mi è venuta la prima
crisi di nervi. Ho freddo, sono stanca, non ho voglia di pedalare.
Neanche il sole che splende
sfavillante riesce a scaldarmi le ossa, neanche queste fioriture esagerate che
dappertutto occhieggiano invitanti riescono a consolarmi. Mi tornano in mente
solo gli ammonimenti dei parenti che mi rimproverano di perdere tempo, di
essere inconcludente e immatura. Penso a un’amica turca che qualche mese fa mi
ha letto il destino in un fondo di caffè: parlava di splendidi segni che mi avrebbero
preso per mano e mostrato la via.
Ma oggi ho freddo, sono stanca, lascio
pedalare Alessandro che mi tira le gambe sulla strada tutta saliscendi.
Poi,
dietro una curva, spunta uno strambo duetto. È un uomo, o almeno sembra: da
dietro è uno zaino mastodontico da cui penzolano due braccia, ognuna carica di
una borsa; accanto cammina un grosso cane peloso tutto bianco, un pastore
maremmano.
Rimaniamo disorientati.
Alessandro lo apostrofa così: «Vai a caccia?» «Sì», risponde, «di vampiri».
È Antonio, è partito qualche
settimana fa da Castiglione della Pescaia. Va in pellegrinaggio a San Giovanni
Rotondo, in Puglia, a piedi. Con il cane, uno zaino più grande di lui, una
valigia in una mano e una busta nell’altra. Un tipo che ti tira su il morale. «Ah,
fate il giro del mondo in tandem? È già qualcosa».
Riparto più rilassata. Il sole
splende alto, la mimosa sprigiona il suo polline di luce e miele, sulla strada
con noi c’è Antonio il pellegrino. I segni ci sono, e ci sorridono.
quando tutto gira storto è segno bono
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