La nostra prima piccola impresa
si è compiuta senza intoppi: siamo arrivati a Bologna in tempo per partecipare
al Bici Senza Frontiere.
Mentre arrancavamo sulle erte
salite che si arrampicano da San Mommé fino al Passo di Collina, ci sentivamo
due poveri diavoli a bordo del nostro fiacco macinino rosso. Soltanto a due
pazzoidi come noi potrebbe venire in mente di valicare l’Appennino nel mese più
freddo dell’anno. E infatti, appena arrivati in vista della Porrettana, ecco sfrecciare
giù verso di noi un angelo biondo tutto avvolto d’azzurro, con il nostro stesso
stupore incredulo stampato negli occhi sbarrati. Che incontro…un batti cinque su
due ruote tra inferno e paradiso!
Alex viene da Montpellier, da
dove è partito a novembre, e ha trascorso l’inverno pedalando per le Alpi. Sta andando
in India a completare i suoi corsi di medicina ayurvedica, che ricominceranno
il prossimo agosto. Viaggia con un chitarrino appeso al portapacchi e delle borse
che ha costruito da sé con taniche e pezzi di telo impermeabile.
Come vecchi amici che si rivedono dopo tanto tempo, abbiamo condiviso storie, cacio e pane, scaldandoci le mani con una tazza di tè.
Buon viaggio Alex, ci vediamo in giro!
Il percorso verso Bologna si è snodato liscio e piacevole: abbiamo zigzagato la Porrettana alternandola con ampi tratti del sentiero ciclabile EV7 – l’EuroVelo7 che va da Capo Nord a Malta – che qui corre lungo le sponde del Reno.
Lungo la strada abbiamo
fotografato due impianti per la produzione di energia elettrica che hanno attirato
la nostra attenzione per la loro diversità: il bacino di Pavana e le pale
eoliche istallate da un’auto-officina.
La diga di
Pavana convoglia le acque captate dal Reno e dalla Limentra di Sambuca nel
ben più ampio serbatoio dell’invaso di Suviana, dove si trova il maggiore
impianto idro-elettrico. Questo piccolo bacino risulta incastonato nel fondo di
una stretta valle, come uno smeraldo coronato dagli archi di cemento armato in
cui è stato imbrigliato nell’epoca mussoliniana.
Due immagini simbolo delle opere
con cui l’ingegneria umana asserve ai propri scopi le forze della natura…
E pensare che domenica ci son passato anche io...ma in auto, correndo come un matto, assaporando appena le immagini che il mostro poderoso mezzo, nella sua pacatezza, riesce a farvi gustare davvero!
RispondiEliminaMp (Matteo..Pruni)
ciao Matteo,
RispondiEliminaeh si, tutta l'abbiamo assaporata. Così lentamente che sulle rampe, spingendo al ritmo di uno scatto di ruota libera al secondo si parlava allegri gustando succulente arance sicule
Vorrei sentirmi un pizzico libera come voi ragazzi :D
RispondiEliminaComplimentissimi per questo viaggio e quest'avventura, deve essere davvero fantastica!!!
Posso solo immaginare le bellissime emozioni che potrete vivere e sentire.
Vi leggero' per scoprire quali saranno le nuove tappe toccate e raggiunte, faccio il tifo per voi :D
coraggio che la strada è ancora lunga. ci vediamo domani e speriamo che il tè indiano vi porti bene.
RispondiEliminalos vemos