Finalmente, alla zitta, senza
commiati e senza lacrime, senza celebrare e senza salutare, siamo partiti.
Beh, non proprio senza salutare!
Paolo ha organizzato una cenetta “a legna” a Recuperiamoci! in via Cironi,
proprio in nostro onore. È stato commuovente ricevere tanti incoraggiamenti e
auguri dagli allegri commensali incuriositi dal nostro spirito di avventura: «Ma
che vu’ partite a fare», «Ma che si parte a febbraio con questo tempo», «Ma non
avete nient’altro di meglio da fare» e via discorrendo. Scherzi e gufate a
parte, non potevamo desiderare una serata più azzeccata di questa per salutare
Prato, che ci avvolgeva per l’occasione della sua aura pulsante di sincera
convivialità condita di sana ironia toscana.
Così – e i gufi rideranno – siamo
partiti sfidando i minacciosi nembi violacei che si accalcavano all’orizzonte in
direzione di Pistoia, da dove, come recita un antico proverbio pratese,
provengono da sempre «tempeste e puttane». Tuttavia, smentendo tale
inafferrabile saggezza arcaica e per la gioia dei nostri amici gufi, il tempo
ci ha graziato, e ha cominciato a grandinare proprio mentre varcavamo la soglia
di Ciricea, la prima tappa del
nostro viaggio verso Bologna.
Non abbiamo fatto neanche in
tempo ad avvicinarci, intimiditi e sgocciolanti, all’uscio illuminato dai lampi
crepitanti del fuoco acceso nel camino, che ci siamo sentiti chiamare per nome
da una voce squillante e familiare: «Guarda chi si vede…i tandemisti!» Era
Veronica, nostra amica di vecchia data, che ci capita di incontrare sempre per
caso nei posti più assurdi – come tre anni fa a un Rainbow piovosissimo vicino
al lago di Lugano. Come al solito quando viaggiamo, abbiamo avuto di nuovo la
conferma che non finiamo mai in posti “a caso” (e che Veronica è magica).
Infatti siamo stati accolti a braccia aperte dai coinquilini di Ciricea, che ci
hanno ristorato con crema di uova fresche del loro pollaio, vellutata di zucca
biologica del loro orto, e tante storie di viaggi e incontri eccezionali del
loro repertorio di eco-esploratori del pianeta. Abbiamo trascorso una splendida
notte nella yurta di Davide, che si è portato da Lugano la sua dimora nomade
acquistata di seconda mano da un artigiano cinese.
Ciricea è una piccola comunità
fondata qualche anno fa da Massimo e Paolo, che riuniscono intorno a sé persone
desiderose di condurre una vita permeata da valori di condivisione comunitaria,
da ideali di ecologia e da pratiche di permacultura, ispirata e scandita dai
ritmi della natura. I ragazzi che vivono in questo podere ben curato e rifinito
tra le colline pistoiesi si dedicano alla coltivazione della terra secondo i
metodi dell’agricoltura sinergica, al mantenimento dei frutteti, gli olivi e il
bosco di castagni, alla produzione di frutta, ortaggi, conserve e artigianato
che forniscono ai GAS della zona; inoltre organizzano «attività olistiche e
creative, volte al benessere psicofisico e all’espressione artistica.» In
questo periodo, in particolare, Veronica e Francesco realizzano dei vivaci e vezzosi manufatti in pelle.
Il sito di Ciricea: http://www.ecovillaggiociricea.it/
Grazie ragazzi per le emozioni che ci trasmettete e per farci conoscere un mondo che per tanti di noi è sconosciuto. Grazie e in bocca a lupo!
RispondiEliminaVado subito a vedermi il sito perché sono davvero interessata, borse in pelle a parte :( trovo tutto quello che fanno Veronica e Francesco davvero interessante e da riscoprire ^_^
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