Pedalo a testa bassa per
ripararmi dal vento impetuoso. Che giri il capo a destra o a manca, è sempre il
solito panorama: raffiche di capelli svolazzanti, che non ne vogliono sapere di
restare a posto nel bavero della giacca, si infilano in bocca e negli occhi
coprendo di fili rossi e pungenti il paesaggio altrimenti morbido e sinuoso
della campagna maremmana di viti spoglie e fave svettanti a perdita d’occhio.
Davanti a me la tua schiena mi
protegge dagli attacchi continui dell’aria tagliente. Osservo le traiettorie
traballanti degli insetti aggrappati al tessuto che ti riveste, ora giallo ora
rosso a seconda dell’umore del tempo, e penso a quanti chilometri ci
accompagneranno sul nostro trabiccolo rosso questi insostenibilmente leggeri
esserini pieni di zampe, prima di essere inghiottiti di nuovo dal respiro del
vento che li ha posati sul mio scudo di carne e stoffa perché ci fossero
inconsapevoli e garbati compagni di viaggio.
Il dorso rosso e allarmante del
tuo impermeabile, comunque, mi oscilla davanti davvero di rado. La pioggia che
imperversa copiosa nel resto della Toscana ci sfiora appena, sfogandosi durante
la notte, mentre di giorno sembra spazzata via dal vento incessante.
Ci guida una buona stella, a cui
ci affidiamo senza riserve pedalando senza un percorso preciso verso sud. È una
stella affezionata, e ci regala una bella sorpresa quando, attraversato
l’Ombrone nei pressi di Grosseto, ci si prospetta sempre più vicino il nostro
incubo di questi giorni: l’Aurelia. Si sa, però, che la Maremma è terra di
incontri fortuiti e coincidenze impossibili, come ben raccontano le sue storie
avvincenti di butteri e briganti. Così, mentre sostiamo sul cavalcavia a
interrogarci sul da farsi, un paio di sagome fluorescenti sfreccianti su due
ruote ci indicano la direzione da prendere. Scopriamo in questo modo la rete
sentieristica curata da di Cicloturismo Maremma: si tratta di una serie di
itinerari naturalistici segnalati, adatti a essere percorsi in bicicletta, che
attraversano la Maremma grossetana su strade provinciali e storiche panoramiche
e poco trafficate.
Noi ci imbattiamo nella Graciana da Grosseto a Montiano e nella
Marsiliana da Magliano fino a Capalbio; seguiamo così un tranquillo itinerario
pedecollinare che si snoda tra boschi di leccio e campi coltivati, accesi a
tratti dagli squarci di luce e miele di grappoli di mimose e dal biancheggiare
fragrante dei petali di mandorli e ciliegi in fiore, sfogliati dal vento che
non accenna mai a smettere.
Decisi a trovare scampo dal vento
e godere in pace della mitezza primaverile del febbraio maremmano, puntiamo
senza indugio verso sud. I borghi medievali disseminati lungo la via, avviluppati
sulla difensiva in cima ai colli, si sporgono dai bastioni smerlati per
controllare il nostro passaggio fugace con gli occhi guardinghi delle loro
feritoie. Risaliamo soltanto a Magliano in Toscana per pranzare e ammirare dalla
suggestiva finestra delle sue mura medievali il paesaggio verdeggiante delle colline
dell’Albegna e del Fiora.
La costa ci accoglie con
allettanti promesse di primavera: cogliamo borragine, malva e calendula per una
cena variopinta e festosa prima di trovare rifugio sulle rive ospitali del lago
di Burano.
Ciao ragazzi I vostri racconti trasudano di coraggio avventura e amore.
RispondiEliminaa presto...vi seguiamo sempre
lorenzo,oliva e lara\saraswati