lunedì 24 febbraio 2014

Biciclando la Maremma in fiore

Pedalo a testa bassa per ripararmi dal vento impetuoso. Che giri il capo a destra o a manca, è sempre il solito panorama: raffiche di capelli svolazzanti, che non ne vogliono sapere di restare a posto nel bavero della giacca, si infilano in bocca e negli occhi coprendo di fili rossi e pungenti il paesaggio altrimenti morbido e sinuoso della campagna maremmana di viti spoglie e fave svettanti a perdita d’occhio.

Davanti a me la tua schiena mi protegge dagli attacchi continui dell’aria tagliente. Osservo le traiettorie traballanti degli insetti aggrappati al tessuto che ti riveste, ora giallo ora rosso a seconda dell’umore del tempo, e penso a quanti chilometri ci accompagneranno sul nostro trabiccolo rosso questi insostenibilmente leggeri esserini pieni di zampe, prima di essere inghiottiti di nuovo dal respiro del vento che li ha posati sul mio scudo di carne e stoffa perché ci fossero inconsapevoli e garbati compagni di viaggio.



Il dorso rosso e allarmante del tuo impermeabile, comunque, mi oscilla davanti davvero di rado. La pioggia che imperversa copiosa nel resto della Toscana ci sfiora appena, sfogandosi durante la notte, mentre di giorno sembra spazzata via dal vento incessante.

Ci guida una buona stella, a cui ci affidiamo senza riserve pedalando senza un percorso preciso verso sud. È una stella affezionata, e ci regala una bella sorpresa quando, attraversato l’Ombrone nei pressi di Grosseto, ci si prospetta sempre più vicino il nostro incubo di questi giorni: l’Aurelia. Si sa, però, che la Maremma è terra di incontri fortuiti e coincidenze impossibili, come ben raccontano le sue storie avvincenti di butteri e briganti. Così, mentre sostiamo sul cavalcavia a interrogarci sul da farsi, un paio di sagome fluorescenti sfreccianti su due ruote ci indicano la direzione da prendere. Scopriamo in questo modo la rete sentieristica curata da di Cicloturismo Maremma: si tratta di una serie di itinerari naturalistici segnalati, adatti a essere percorsi in bicicletta, che attraversano la Maremma grossetana su strade provinciali e storiche panoramiche e poco trafficate. 
Noi ci imbattiamo nella Graciana da Grosseto a Montiano e nella Marsiliana da Magliano fino a Capalbio; seguiamo così un tranquillo itinerario pedecollinare che si snoda tra boschi di leccio e campi coltivati, accesi a tratti dagli squarci di luce e miele di grappoli di mimose e dal biancheggiare fragrante dei petali di mandorli e ciliegi in fiore, sfogliati dal vento che non accenna mai a smettere.







Decisi a trovare scampo dal vento e godere in pace della mitezza primaverile del febbraio maremmano, puntiamo senza indugio verso sud. I borghi medievali disseminati lungo la via, avviluppati sulla difensiva in cima ai colli, si sporgono dai bastioni smerlati per controllare il nostro passaggio fugace con gli occhi guardinghi delle loro feritoie. Risaliamo soltanto a Magliano in Toscana per pranzare e ammirare dalla suggestiva finestra delle sue mura medievali il paesaggio verdeggiante delle colline dell’Albegna e del Fiora.









La costa ci accoglie con allettanti promesse di primavera: cogliamo borragine, malva e calendula per una cena variopinta e festosa prima di trovare rifugio sulle rive ospitali del lago di Burano.


1 commento:

  1. Ciao ragazzi I vostri racconti trasudano di coraggio avventura e amore.
    a presto...vi seguiamo sempre
    lorenzo,oliva e lara\saraswati

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