Raccogliamo spesso la calendula: alle nostre latitudini cresce abbondante in cuscinetti verdeggianti ai margini dei campi e nei prati, fiorisce praticamente tutto l’anno (da cui il nome) ed è facilmente riconoscibile per i capolini giallo-oro o arancioni e per il caratteristico odore balsamico e pungente, dovuto alla grande quantità di mucillagini e oli essenziali, che restano appiccicati sulle dita durante la raccolta.
I fiori sono buoni nelle
insalate di misticanza, mentre con tutta la pianta arricchiamo zuppe d’erbette
e di cereali. Soprattutto usiamo la calendula per preparare una tisana
saporitissima ed energizzante, che ha effetto depurativo sul sangue e sul
fegato e agisce come tonico per la circolazione sanguigna. Non ha
controindicazioni ed è tollerata da tutti gli stomaci; è anzi ottima per facilitare
la digestione e alleviare bruciori, disturbi intestinali e dolori mestruali. Un
infuso ristretto è inoltre utile per disinfettare le ferite, come tonico
rinfrescante e lievemente astringente per pulire la pelle o come lavanda per
curare le infezioni della bocca o delle zone genitali.
È insomma un rimedio
efficace, sempre disponibile e di pronto impiego!
La pomata di calendula
estrae i principi officinali di questa pianta, la più indicata in erboristeria per
trattare tutte le malattie della cute, in quanto le sue proprietà terapeutiche
la rendono in grado di accelerare il processo di guarigione della pelle.
Infatti, in quanto antisettico e antimicotico, mantiene le ferite pulite e
libere da germi ed evita perciò le infezioni. Inoltre ottimizza l’irrorazione
sanguigna della cute e la sua idratazione (con l’uso sia interno che topico),
favorisce in tal modo la rigenerazione cellulare, possiede virtù cicatrizzanti,
antinfiammatorie, emollienti e lenitive.
La pomata di calendula è
utilizzabile come crema idratante in caso di pelle secca, delicata, screpolata,
arrossata. Può essere applicata per alleviare e curare diversi problemi
cutanei: ferite, tagli, abrasioni, bruciature, scottature ed eritemi solari,
piaghe, geloni, acne, herpes, micosi dei piedi, candida.
Ricetta
della nonna
Per preparare la pomata di calendula servono:
- una manciata di calendula
fresca (fiori, steli e foglie)
- 100 gr di burro (anche ghee
o vegetale: burro di karité, di cacao, di soia)
Fare riposare il composto
per una giornata.
Il
giorno seguente riscaldarlo leggermente e, filtrandolo attraverso una garza,
travasare l’olio ancora caldo in vasetti puliti. Pigiare bene i residui di erbe
per far colare tutto l’olio. I residui possono essere utilizzati per impacchi sulle
zone da trattare. Solidifica in breve tempo; per rendere la crema più morbida e
nutriente si può aggiungere, una volta filtrata e ancora calda, un cucchiaino
di olio o di miele. Con le dovute precauzioni si mantiene a lungo a temperatura
ambiente; in frigorifero dura tranquillamente diversi mesi.
Ricette
di Tamahine
Tamahine – la proprietaria
dell’agriturismo nel quale abbiamo lavorato durante l’ultimo anno trascorso in
Turchia – è un’appassionata di erbe ed eco-cosmesi e mi ha messo a disposizione
la sua conoscenza, i suoi ingredienti e il suo giardinetto di erbe officinali
per i miei esperimenti alchemici. Devo dire che mi sono divertita come una
matta, anche se, sarà per la mia natura arruffona, sarà per la mia vocazione di
nomade inselvatichita, a tanti spignattamenti preferisco i rimedi più semplici
e immediati possibile. Rievoco con nostalgia l’immagine di mia nonna che, di
ritorno dalla campagna con una ferita d’accetta, raccoglieva e masticava
qualche foglia di piantaggine e se la poggiava direttamente sulla pelle
tagliata finché l’impasto d’erba e saliva non si seccava…
Comunque ho fatto tesoro di
tutto quello che Tamahine mi ha insegnato. Riguardo alla crema di calendula mi
raccomandava di usare, in particolare per le preparazioni più ricercate e
delicate, solo i fiori raccolti sotto il sole, in modo da sfruttarne d’appieno
alcune proprietà terapeutiche concentrate soprattutto nei petali. Un altro
aspetto da tenere in considerazione per evitare di perdere preziosi elementi
volatili è la temperatura a cui viene riscaldato il composto. È consigliabile
avere l’accortezza di non raggiungere mai la temperatura di bollitura,
scaldando dolcemente a bagnomaria, o servendosi di una fonte di calore meno
intensa come stufa o calorifero, o addirittura lasciando macerare sotto i raggi
del sole: in questo caso l’immersione dei fiori nell’olio o nel burro andrà
prolungata finché essi non abbiano rilasciato tutti i loro principi estraibili.
Questo si verifica quando i fiori sono completamente appassiti e il burro ha
assunto una colorazione gialla accesa.
Un metodo molto semplice è
preparare un olio di calendula (oleolito in gergo), che può essere applicato puro
sulla pelle o combinato con altri ingredienti naturali per preparare creme più
adatte al viso e a problemi specifici come acne e herpes.
Per preparare l’oleolito di calendula:
- Riempire fino all’orlo un
vaso di vetro trasparente con calendula fresca (tutta la pianta) senza
comprimere l’erba.
- Versare sulla calendula
olio d’oliva (o di mandorle o altro secondo la disponibilità) fino a ricoprire
completamente l’erba.
- Lasciare il vaso esposto
al sole per almeno 15 giorni (meglio un mese), agitandolo regolarmente.
- Filtrare e travasare in
recipienti puliti.
Con quest’olio si può
preparare una crema alla calendula seguendo le seguenti dosi:
- 3 cucchiai di oleolito di
calendula (circa 25 gr)
- 3 cucchiaini di burro di
karité o burro di cacao (circa 15 gr)
- 2 cucchiaini di cera d'api
(circa 10 gr)
Sciogliere a bagnomaria la
cera d’api tenendo cura di mantenere una temperatura bassa (circa 50 °). Aggiungere
il burro e in seguito l’olio, mescolando bene a ogni aggiunta. Far scaldare
dolcemente il composto rimestando energicamente fino ad ottenere una miscela liscia
e uniforme. Versare ancora caldo in recipienti puliti.
Se non si ha il tempo o l’occasione
di preparare l’oleolito, si può provare quest’ultima ricetta:
- 5 cucchiai d’olio a scelta
(circa 40 gr)
- 2 cucchiaini di cera d'api
(circa 10 gr)
- 1 cucchiaino di miele
(circa 5 gr)
- 10 fiori freschi di
calendula raccolti sotto il sole
Sciogliere la cera d’api a fiamma
bassissima, o sfruttando il calore di una stufa o di un calorifero. Aggiungere l’olio
e in seguito il miele, mescolando bene a ogni aggiunta. Aggiungere i fiori di
calendula e far scaldare il composto dolcemente, rimestando regolarmente,
finché i fiori non risultino completamente appassiti e la crema non abbia
assunto un colore giallo acceso. Potrebbe richiedere qualche ora sul
calorifero, o una mezz’oretta sul fuoco. Travasare la miscela in vasetti
puliti, filtrandola attraverso una garza. Premere con cura i fiori sul filtro per
farne colare tutto l’olio.
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RispondiEliminaSalve, vorrei fare la prima ricetta della crema alla calendula, poiché vorrei applicarla localmente su una pelle del viso infiammata e screpolata e poiché la cera d'api è il burro di cacao sono notoriamente comedogeni, con cosa li posso sostituire per addensare l'oleolito? Va bene se metto tutto burro di karitè? Le cere carnauba e candelilla sono comedogene o potrebbero andare bene ed eventualmente, quale fra le due? Posso aggiungere degli oli essenziali tipo quello alla lavanda e quante gocce?
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