Partiamo di buona lena per festeggiare San
Silvestro con una bella esplorazione in tandem della costa degli Etruschi. Dalla
spiaggia imbocchiamo immediatamente la pista ciclabile che scorre parallela al
litorale addentrandosi tra le fitte pinete dense di felci, rovi e mirti, che
sprigionano nell'umido e ombroso sottobosco il loro sentore muschiato e
salmastro.
Al limitare della pineta ci fermiamo ad
ammirare una maestosa sughera che non viene scortecciata da lungo tempo.
Ad attirare la nostra attenzione è un
cartello marrone che riporta l’indicazione “Macchia della Magona”. Così – perché
no? Promette bene! – lo seguiamo decisi. La strada diventa ben presto uno
sterrato sdrucciolevole sul quale il nostro tandem affilato arranca un po’, ma
i nostri sforzi sono ripagati dalla bellezza del paesaggio. La Macchia della
Magona ci accoglie infatti nell'intrico odoroso dei suoi boschi di lecci, dove
prosperano in un denso rigoglio anche cerri, roverelle e vari arbusti della
macchia mediterranea.
Portando ormai il tandem a braccia, assaporiamo qualche corbezzolo tardivo che sporge dalla selva, e ci ristoriamo così nell'abbraccio rigenerante della luce che allaga l’immenso panorama che abbiamo davanti: il sentiero che stiamo percorrendo si apre sulla splendida vista dell’Arcipelago Toscano stagliato sull'orizzonte del mare, inargentato dal riflesso abbagliante di un insospettabile sole di san Silvestro.
Portando ormai il tandem a braccia, assaporiamo qualche corbezzolo tardivo che sporge dalla selva, e ci ristoriamo così nell'abbraccio rigenerante della luce che allaga l’immenso panorama che abbiamo davanti: il sentiero che stiamo percorrendo si apre sulla splendida vista dell’Arcipelago Toscano stagliato sull'orizzonte del mare, inargentato dal riflesso abbagliante di un insospettabile sole di san Silvestro.
La sera è più fredda di ieri, o è colpa della corsa del
ritorno che ci ha intirizzito mani e piedi. Fatto sta che i botti di Capodanno
ci sorprendono già avvolticciolati in tenda mentre cerchiamo di conservare
tutto il sole accumulato durante il giorno nel tepore evanescente dei nostri
leggeri sacchi a pelo.
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